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Scritto e illustrato da Isabel Budroni

Vengono definiti green jobs “quei lavori che contribuiscono a ridurre le conseguenze negative per l’ambiente promuovendo lo sviluppo di imprese ed economie sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale”. (ILO)

Si trovano sia in settori tradizionali come industria o costruzioni sia in settori emergenti come quello delle energie rinnovabili e contribuiscono a limitare emissioni, a ridurre la produzione di rifiuti a sostenere l’adattamento agli effetti del climate change o migliorare l’efficienza energetica.

Se le politiche di transizione energetica comportano costi e perdita di posti di lavoro, una giusta transizione verso un’economia più sostenibile è non solo necessaria ma creerebbe 24 milioni di posti di lavoro, secondo quanto affermato dall’International Labour Organization.

Già nell’accordo di Parigi del 2015 si parla di transizione giusta per limitare i costi economici di quest’ultima: si tratta del raggiungimento di tali obiettivi attraverso interventi distributivi per spartire costi e gestire squilibri geopolitici.

Il Green deal della commissione Europea prevede 17,5 miliardi di euro per il reinserimento lavorativo, la formazione e riconversione economica dei territori più impattati.

In uno scenario complesso in cui nessuno può più prescindere dal considerare il proprio impatto sull’ambiente, nascono figure professionali nuove e le vecchie necessitano un adeguamento ai tempi.

“Tutti i lavori richiedono competenze green” afferma Marco Gisotti giornalista ambientale, consulente per il Ministero della transizione ecologica e fondatore del mitico Ecolavoro ( che qualche diversamente giovane sicuramente ricorderà).

Da chi si occupa di Bioedilizia progettando edifici altamente efficienti dal punto di vista energetico o passivi ( case che non hanno bisogno di impianti di riscaldamento o raffrescamento ma che sono in grado di fornire benessere termico dell’ambiente attraverso “fonti passive di calore”) ai Consulenti della sostenibilità che consigliano le aziende su come ridurre il proprio impatto di carbonio o produzione di rifiuti, ai Green marketing experts che sviluppano e valorizzano prodotti e servizi in grado di generare un impatto ambientale ridotto rispetto ad altri prodotti.

Se lavori tradizionali come il cuoco possono essere green per il modo in cui vengono svolti ( reperendo prodotti locali o a basso impatto per esempio), la sostenibilità ha a che vedere anche con aspetti che non si immaginano: un lavoro green è un lavoro in cui vengono date pari opportunità, in cui vengono rispettate le ore lavorative, in cui il salario femminile eguaglia quello maschile.

Anche i Corsi di Laurea su ambiente e sostenibilità si moltiplicano ed è sempre più variegata e multidisciplinare l’offerta delle Università italiane.

L’università Bocconi offre un Master in Sustainability and Energy Management  e un Master in Auditing and Control for Sustainability.

Sono ben trenta i corsi a tema ambientale offerti dall’ Università Statale di Milano tra cui Analisi, pianificazione e gestione del territorio ai quali è possibile accedere anche con una formazione di tipo umanistico.

La crisi climatica ha bisogno di un approccio trasversale che vada dalle scienze giuridiche, economiche a quelle politiche e ambientali: è infatti multidisciplinare anche il Master in Interdisciplinary Approaches to climate change for sustainable growth, sempre alla Statale di Milano.

L’onda di interesse e partecipazione che ha coinvolto i più giovani, attivi nei Fridays for Future è per noi motivo di giubilo, sapere che oltre all’attivismo studiano anche Climate Change lo è ancora di più!

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